La pietra leccese è una roccia calcarea appartenente al gruppo delle calcareniti marnose, risalente al periodo miocenico. È una roccia tipica del Salento, famosa soprattutto per la grande facilità di lavorazione.
Questa pietra è facile anche da estrarre e, per questo motivo, è stata ampiamente utilizzata nei secoli passati. Buona parte dei monumenti situati nel centro storico leccese e nei comuni del Salento è stata realizzata mediante l’uso di questa preziosissima pietra bianca.
Nota fin dall’antichità, in Terra d’Otranto sono presenti menhir, dolmen, sculture e costruzioni romane realizzati in leccisu (come è chiamata nel dialetto locale).
Al suo interno, paleontologi e cavatori hanno rinvenuto fossili di cefalopodi, pesci, denti di squalo e addirittura tartarughe, coccodrilli, capodogli e delfini. Attualmente, gli artigiani usano la pietra leccese per produrre piccole opere d’arte e souvenir.
In virtù delle sue caratteristiche uniche, è nota anche come pietra gentile. Il fatto che si presti alle lavorazioni più disparate è legato principalmente alla presenza di argilla al suo interno, motivo per il quale risulta particolarmente morbida al taglio, anche manuale.
Le caratteristiche della pietra leccese
Non appena estratta dalle cave, la maggior parte delle quali sono a cielo aperto, la sua consistenza tende a trasformarsi, diventando sempre più dura. Anche la sua colorazione cambia, assumendo tonalità diverse, che variano tra l’ambra e il miele.
Nel corso del tempo, la pietra leccese è stata una delle protagoniste principali dell’architettura religiosa e urbana salentine, considerata la quantità di chiese, palazzi e monumenti realizzati con questo materiale. La pietra leccese, o leccisu, affiora naturalmente dal terreno e si estrae dal sottosuolo in enormi cave a cielo aperto, profonde fino a 50 metri. Queste cave sono presenti sull’intero territorio provinciale e in particolare tra i comuni di Corigliano d’Otranto, Lecce, Maglie, Melpignano e Cursi.
Ma quali sono gli edifici più noti costruiti in pietra leccese?
I monumenti di Lecce realizzati in pietra leccese
Uno dei periodi storici durante i quali la pietra leccese fu maggiormente utilizzata è il XVII secolo. Al periodo barocco risalgono tantissime chiese e monumenti, tra cui il Palazzo dei Celestini, interamente realizzato in pietra leccese, la Chiesa di Santa Chiara e la Basilica di Santa Croce, massimo esempio dell’arte salentina. Quest’ultima presenta una facciata spettacolare, impreziosita da decine di ornamenti e sculture che ritraggono persone, simboli e animali allegorici, quali leoni e volatili.
Anche in Piazza Duomo non mancano palazzi e monumenti realizzati con l’ausilio di questa pietra. Tra questi figurano il Palazzo del Vescovado e quello del Seminario ma, soprattutto, lo splendido Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta e caratterizzato da una facciata ricca di decorazioni fastose.
La natura stessa della pietra la rende particolarmente sensibile all’azione dello smog, dell’umidità e degli altri agenti atmosferici. Al fine di rendere la pietra leccese più resistente alle intemperie, gli scultori dell’epoca la trattavano con del latte di capra o di vacca. Il blocco era immerso nel liquido oppure spugnato, cosicché il lattosio, penetrando nei pori, creava uno strato capace di rendere la roccia impermeabile.
I monumenti realizzati in pietra leccese nel resto del Salento
Com’è noto, il centro storico di Lecce accoglie l’espressione più alta di Barocco pugliese. Anche nel resto del Salento, però, sono presenti palazzi, monumenti e chiese dall’elevato valore storico artistico.
Tra questi, è necessario menzionare la magnifica Basilica di Sant’Agata, situata nel centro di Gallipoli, fondata nel 1629 e insignita del riconoscimento di monumento nazionale nel 1940. Per la precisione, la sua facciata principale fu realizzata in carparo, sottotipo di pietra leccese. Il carparo è una pietra calcarenitica derivante dalla cementazione di antichissimi sedimenti di roccia calcarea, generalmente in ambiente marino.
Anche a Nardò, tra i più importanti centri abitati del Salento, sono presenti diverse architetture barocche realizzate in pietra leccese, quali il baldacchino situato in Piazza Salandra, il Palazzo dell’Università e la Biblioteca Comunale Achille Vergari. A Nardò abbondano i laboratori artigianali specializzati nella lavorazione di questo materiale, con cui è possibile ottenere colonne, cornici e capitelli.
A Cursi, invece, fin dal 2000 è presente l’Ecomuseo della Pietra Leccese, il quale fu realizzato a breve distanza dalle cave di tufo, oggi abbandonate.
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