Il borgo di Nardò è situato sul versante ionico della Puglia e si trova a metà strada tra Leuca e Lecce.
Il fascino di questo luogo risiede soprattutto nella sua ricchezza storica e artistica. È meta ambita di tantissimi turisti, che, ogni anno, vi si recano per scoprire uno dei borghi meglio conservati dell’intero Salento.
Chi, dunque, desidera visitare la città di Nardò deve senza dubbio cominciare dal centro storico dove sarà possibile ammirare Piazza Salandra, considerata una delle più belle piazze barocche del sud Italia.
Il centro storico di Nardò: Piazza Salandra
Piazza Salandra è sicuramente il punto forte di Nardò, tanto da essere stata scelta in diverse occasioni come set cinematografico.
I palazzi storici che si affacciano su questa piazza sono di grande impatto visivo, così come la Guglia dell’Immacolata, il Sedile (uno dei più antichi del centro), la Fontana del Toro e la Torre dell’Orologio Caccialupi che risuona ogni 15 minuti.
Dalla piazza, poi, si può accedere ai tanti vicoli del paese che daranno modo al turista di addentrarsi nel cuore di Nardò, alla scoperta delle antiche cantine e assaporando specialità culinarie tipiche del luogo.
In questo modo i turisti avranno l’occasione di comprendere ancora meglio la storia di Nardò. Questa si è tramandata sapientemente dagli artigiani di bottega e dalle facciate degli edifici che testimoniano il loro perfetto stato di conservazione.
Tra questi, sono da annoverare:
- la chiesa di San Giuseppe, situata nell’omonima piazza;
- la chiesa di San Domenico, la cui particolarità è quella di essere rivestita, al suo interno, interamente di bianco e verde;
- la Basilica di Santa Maria Assunta, che conserva il famoso crocifisso del Cristo Nero.
Nardò: un giro tra i musei
Altra testimonianza della storia e della cultura di Nardò è fornita dai tanti musei presenti in città e che hanno dato modo di conservare e custodire alcune delle opere che la hanno resa importante.
Tra i più importanti sono da citare il Museo della Città del Territorio, il Museo della Civiltà Contadina e la mostra del Tarantismo salentino.
Inoltre, in questa rete di musei, sono da includere anche il Museo della Preistoria, l’Acquario del Salento e il Museo del Mare Antico. Quest’ultimo, ad esempio, conserva alcuni importanti reperti risalenti all’epoca romana in quanto, in principio, era finalizzato a raccogliere i resti della nave romana S. Caterina.
Il Museo della Preistoria, invece, permette al turista di immergersi in una realtà risalente a ben 75 milioni di anni fa, sapientemente testimoniata grazie alla collezione di pesci fossili che risalgono all’era del Cretaceo e da tanti altri reperti dall’inestimabile valore storico e archeologico.
Oltre ai musei sopra menzionati, c’è anche da aggiungere il Museo dedicato alla Memoria e all’Accoglienza di Nardò. Al suo interno, infatti, sono conservati importanti murales creati da Zivi Miller e da altri ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento che furono accolti dal comune di Nardò, ospitandoli nel centro di accoglienza di Santa Maria al Bagno nel secondo dopoguerra.
All’interno di questo museo, inoltre, è possibile anche dare uno sguardo ai tanti video o documenti fotografici che hanno dato testimonianza di un periodo così difficile per questa popolazione che ha trovato nella città di Nardò un importante punto per poter ricominciare la sua vita.
Castello aragonese di Nardò: dalle sue origini fino ai tempi nostri
Chi desidera visitare Nardò non può farsi mancare una tappa importantissima: il castello aragonese.
Oggi, questo edificio rappresenta la sede della civica amministrazione, ma le sue origini sono da far risalire a tempi molto più antichi.
Gli studiosi ritengono che in questo luogo, in principio, si ergesse una fortezza che fu concessa ai frati francescani dal re di Napoli, Carlo I d’Angiò, nell’anno 1271.
Successivamente, in seguito agli insediamenti avvenuti nella città di Nardò ad opera dei veneziani, venne stipulata la pace. Tuttavia, tutte le strutture difensive vennero abbattute, tra cui probabilmente l’antico castello.
Fu poi nel 1495 che Nardò fu affidata a Bellisario I Acquaviva d’Aragona che, diventato duca nel 1516, fece costruire il castello che ancora oggi è possibile ammirare.
Nel corso dei secoli, la struttura subì importati lavori di restauro. Nel XIX la facciata fu arricchita con fregi, archi e numerose decorazioni per poi arrivare al 1933, ovvero anno in cui il castello fu acquistato definitivamente dal comune di Nardò.