Cosa vedere a Galatina, tra arte, tradizione e gusto

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Se c’è una città che racchiude al meglio la ricchezza del Salento quella è Galatina. In questo borgo a 25 km da Lecce si resta, infatti, affascinati dal barocco delle sue architetture, dai sapori dei suoi piatti tipici e dalle tradizioni ancestrali che si tramandano da secoli.

A spasso per il centro storico di Galatina sulle tracce del pasticciotto

Le origini di Galatina affondano nel periodo tra il IX e il X secolo, quando nel Salento centrale arrivarono i colonizzatori bizantini, anche se furono i Normanni a fortificare il borgo. I primi documenti che citano Galatina risalgono al 1178 e narrano di San Pietro che, durante il suo viaggio verso Roma, si ferma proprio in questo centro abitato, battezzato poi Sancti Petri in Galatina. Furono molte le famiglie che si alternarono nel dominio sulla città, ma gli Orsini del Balzo furono coloro che impreziosirono maggiormente Galatina facendo edificare eleganti palazzi, chiese e la cinta muraria, sulla quale si aprono le antiche porte, come Porta S. Pietro, Porta Luce e Porta Cappuccini.

Il centro storico di Galatina è una vera bomboniera, tra vicoli stretti ricoperti di antico basolato, caratteristiche case a corte, eleganti palazzi, chiese barocche e gotiche e una Torre dell’Orologio eretta nel 1861 in onore del re Vittorio Emanuele II. Non stupisce che anche la celebre rivista Forbes caldeggi vivamente una visita a Galatina.

Tra gli edifici più belli del borgo salentino ci sono Palazzo Orsini, Palazzo del Sedile e soprattutto il cinquecentesco Palazzo Baldi, tripudio di archi in dorata pietra leccese, affreschi, cisterne, pozzi e persino passaggi segreti. L’edificio comprende anche un antico agrumeto e un osservatorio astronomico.

Nel visitare Galatina non si può non omaggiarne la tradizione gastronomica, degustando l’autentico pasticciotto che, a differenza di quanto si pensi, non è nato a Lecce, ma proprio a Galatina. La tradizione vuole che ad inventarlo sia stato nel 1745 il pasticcere Andrea Ascalone che, non sapendo cosa farsene degli avanzi di precedenti preparazioni, realizzò un nuovo dolcetto col guscio di pasta frolla e il ripieno di crema pasticcera. Lo definì pasticciotto perché non era soddisfatto della sua creazione, ma cambiò presto idea quando il parroco don Silvestro ne ordinò ancora. Da allora il pasticciotto ha conquistato davvero tutti, con varianti sempre gustose come quelle con l’amarena, alla marmellata, al gianduia oppure il pasticciotto al cioccolato.

Le chiese di Galatina, tra sacro e profano

Passeggiando per Galatina si incontrano moltissime chiese, alcune delle quali davvero bellissime: ne è un esempio la Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo risalente al XIV secolo. L’edifico, costruito in pietra leccese secondo uno stile barocco-gotico, custodisce all’interno reliquie, dipinti come il settecentesco “Lavanda dei piedi”, affreschi e splendidi altari barocchi, tra i quali quello seicentesco del cappellone del Sacramento.

La chiesa più bella di Galatina è, però, senza dubbio la Basilica di S. Caterina d’Alessandria, costruita in stile romanico pugliese alla fine dell’800 per volere di Raimondo Orsini del Balzo, con lo scopo di custodire la reliquia che egli recuperò durante le Crociate, ossia un dito di S. Caterina. A rendere splendida questa chiesa sono gli affreschi voluti dalla consorte del Raimondello, Maria d’Enghien. La donna chiamò a raccolta artisti di scuola senese e giottesca, tanto che in molti paragonano la Basilica di Galatina a quella di S. Francesco d’Assisi. Entrando in chiesa e ammirando gli affreschi è come aprire la Bibbia e leggere, attraverso i dipinti, la Genesi, l’Apocalisse, la storia di Santa Caterina e i Sette Sacramenti.

Imperdibile, poi, una visita alla Chiesa di San Paolo, risalente al XIII secolo e oggi inglobata all’interno del Palazzo Tondi. Ebbene pare che proprio qui sia nato il fenomeno del tarantismo, ossia l’usanza di portare in chiesa, il 29 giugno, le donne in preda a dolori e crisi dopo essere state morse dalle tarantole. Le donne erano curate non soltanto recitando preghiere ma anche suonando e cantando al ritmo forsennato di tamburelli. Nei pressi della chiesa, chiamata anche “Cappella delle Tarantate”, c’è anche un pozzo dal quale veniva presa l’acqua per benedire le donne.

Oggi il tarantismo rivive nel famoso festival Notte della Taranta che ogni estate va in scena in molte cittadine salentine e grazie al quale la forsennata musica tradizionale della taranta continua a vivere conquistando estimatori in tutto il mondo.

Se vuoi visitare la splendida Galatina, senza rinunciare al relax di un soggiorno immerso nella natura e nella tradizione, scegli Masseria Chicco Rizzo, nella vicina Sternatia, un comune appartenente alla Grecìa Salentina.