Alessano, tra arte, tradizioni e scorci del vero Salento

Ci sono borghi che ti accolgono con la loro quiete, senza fretta, come se volessero raccontarti una storia alla volta. Alessano fa proprio questo. Arrivi, parcheggi l’auto, e appena inizi a camminare senti l’odore della pietra calda, il rumore lieve delle persiane che sbattono al vento e quel modo tutto salentino di salutare gli sconosciuti con un “buongiorno” sincero. È il segnale che stai entrando in un luogo dove la vita scorre ancora con il ritmo di una volta.

Un viaggio nel tempo tra radici antiche e storie di corte

La storia di Alessano non la trovi solo nei libri: la vedi nelle case scrostate, nelle corti che sembrano ferme al Cinquecento, nei resti rupestri che riaffiorano lungo la campagna. Camminando per il borgo, ti capiterà di notare come ogni epoca abbia lasciato un frammento: i normanni, che resero il paese un centro importante del Capo di Leuca; gli angioini, che lo trasformarono nel cuore di una Contea; e ancora le famiglie nobiliari dei Della Ratta e dei Del Balzo, che qui portarono artisti, commercianti, letterati.

Nei secoli XV e XVI Alessano era un piccolo mondo brulicante di vita. Mi è capitato di immaginare la corte ducale animata da studiosi e giovani poeti, mentre fuori i maestri scalpellini lavoravano ai palazzi rinascimentali che ancora oggi fanno parte del paesaggio urbano. Poi il tempo ha fatto il suo corso: con la soppressione della Diocesi, il paese ha perso centralità, ma non il suo carattere.

Il centro storico: pietre che parlano a chi sa fermarsi

Il centro storico si scopre meglio senza mappe. Basta seguire l’istinto. Le stradine lastricate, la luce chiara che si riflette sulle pareti in pietra leccese, i portoni antichi che cigolano: ogni dettaglio racconta un passato che non ha mai smesso di respirare.

Chiesa Madre di San Salvatore

La sua facciata neoclassica ti compare quasi all’improvviso, sobria ma imponente. Entrando, lo sguardo si posa sugli altari barocchi e sulla tela di Paolo Finoglio dedicata a “Tobiolo e l’Angelo”. Se ti fermi un attimo, senti l’eco dei secoli che hanno attraversato queste navate.

Chiesa di Sant’Antonio da Padova

Dall’esterno è semplice, quasi silenziosa. Dentro, invece, nasconde altari scolpiti, tele antiche e quella luce che filtra dalle finestre creando un’atmosfera sospesa. Qui il tempo sembra davvero rallentare.

Palazzo Ducale

Il Palazzo Ducale è una presenza che non puoi ignorare. Le sue finestre, ispirate allo stile di Giuliano da Maiano, danno al palazzo un’eleganza rinascimentale che racconta la potenza della corte ducale. Varcando l’ingresso, il cortile interno ti accoglie con la stessa maestosità di secoli fa: un luogo perfetto per ascoltare il rumore dei tuoi passi.

Montesardo e Macurano: due mondi a pochi chilometri

Alessano non è solo il suo centro storico. A poca distanza ci sono due luoghi che aggiungono profondità al viaggio.

Montesardo

È il borgo più alto della provincia di Lecce, e si sente. L’aria è più fresca, il panorama più ampio. Da qui puoi osservare la campagna che sembra distendersi senza fine. Il castello e la piccola chiesa bizantina di Santa Barbara, con i suoi affreschi consumati, parlano di pellegrini, passaggi, antiche vie di comunicazione. C’è sempre un anziano seduto su una sedia fuori dalla porta, pronto a raccontarti un aneddoto se glielo chiedi.

Macurano

A Macurano il tempo sembra essersi arreso. Le grotte scavate nella roccia, un tempo rifugio per i monaci basiliani, raccontano una spiritualità diversa, più essenziale. I frantoi ipogei, le canalizzazioni, le nicchie scavate nel tufo: ogni spazio è un segno di ingegno e resistenza. È uno di quei luoghi in cui la terra ha più memoria degli uomini.

Marina di Novaglie: dove il mare completa la storia

Dopo tanta pietra, viene voglia di mare. E allora si scende verso Marina di Novaglie. Appena arrivi, senti l’odore del sale e il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli. L’acqua è trasparente, di un turchese quasi irreale. Da qui partono le barche dirette verso la Grotta Azzurra e la Grotta del Diavolo, visitabili solo via mare: entrare nella roccia e vedere la luce riflettersi dall’acqua è un’esperienza che resta nella memoria come una fotografia intensa.

I sapori che fanno parte del viaggio

Una visita ad Alessano non può finire senza assaggiare qualcosa di locale. Le trattorie servono burrata, ricotta, formaggi freschi, pesce cucinato alla maniera salentina. Se hai tempo, entra in un caseificio: assistere alla preparazione della mozzarella o del caciocavallo è un modo per capire quanto il cibo, qui, sia un gesto quotidiano e sincero.

Alessano: un luogo che resta anche quando riparti

Quando lasci Alessano, ti porti dietro un’immagine semplice: una finestra aperta su una corte silenziosa, una signora che annaffia le piante all’alba, un bambino che corre dietro un pallone lungo una strada assolata.

Non è un borgo che cerca di stupire. È un borgo che si fa ricordare. E forse è proprio questo che lo rende così speciale.